Il sentiero meditativo è intimamente connesso ad un’etica cristallina, un’etica stabile, luminosa e compatta.

Il fondamento del percorso meditativo, che è un percorso di autorealizzazione, è la graduale apertura del plesso del cuore unitamente, e quindi insieme, alla profonda comprensione del modo di esistere dei fenomeni.

Quindi da un lato il cuore che si apre e realizza il suo potere che è potere divino o di co-creazione divina e dall’altro la reale comprensione dei fenomeni per come sono, e cioè la realizzazione della natura ultima dei fenomeni.

Nel buddhismo c’è un castello formato da Etica, Concentrazione e Saggezza.

L’etica non è una morale, che è una variabile culturale geografica (e non universale) che rende accettabile e desiderabile a certe latitudini cose che ad altre latitudini non sono accettabili e desiderabili. L’etica, in questo percorso, viene segnalata come qualcosa di universale, una legge universale e fisica che si fonda sull’apertura del cuore, sull’amore e idealmente amore incondizionato.

L’etica è agire in forza dell’amore illimitato in maniera disinteressata.

 

 

In che misura le nostre azioni sono nello splendore etico?

Prima di tutto con me stesso sono etico?

Secondo la mia natura di essere umano faccio ciò che va fatto quando va fatto, senza giudizio?

Nell’etica siamo al di là del bene e del male, siamo nella legge dell’amore che scavalca il nostro convenzionale ordine di bene e di male. Essendo noi impregnati di falsa etica, di moralismo, riconoscere ciò che è etico può non essere evidente. Tentare dunque, come veniva proposto dai vangeli, di non nutrirsi dall’albero del bene e del male ma da quello della vita eterna, e ossia stare nell’amore illimitato e da lì agire.

Questa dunque è solo una mappa per testare ogni giorno la qualità della mia etica che parte da un fondamento semplicissimo di “non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te”… e fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te, partendo dall’amore. Agendo in questo modo la vita diventa molto più semplice e la qualità della mia concentrazione, che è condizione necessaria per la meditazione, cambia e viene a fiorire.

Se l’etica è integra la concentrazione è stabile e la saggezza affiora. La saggezza in questo ambito è la visione e realizzazione diretta della realtà, non mediata. Entrando dunque nei cosiddetti 4 hz dello stato meditativo ho esperienze non ordinarie e ho accesso alla realtà così come è e non come appare. Questo stato è la porta per uscire dunque dal sogno, dallo stato illusorio nel quale spesso si vive abitualmente. E’ la possibilità di trovarsi svegli nel sogno. La saggezza dunque è il risultato del percorso meditativo partendo dall’etica alla concentrazione.

Questi “concetti” passano per tre livelli: capire nella mente, realizzare nel cuore e praticare nel corpo. Possono questi anche definirsi in questo modo: rammentare, ricordare e rimembrare.

Ecco allora perché tutto va riportato al cuore e nel corpo!

In modo sommario esistono i 4 hz che sono onde di uno stato stra-ordinario di coscienza, gli 8 hz che sono onde di uno stato di sonno profondo senza sogni, 12 hz che sono onde di un sonno con sogni e 16 hz che sono onde di uno stato mentale discorsivo ordinario a cui siamo spesso abituati.

La sfida è mantenere la saggezza dei 4 hz quando siamo nei 16 hz. È questa la sfida di tutti i viaggiatori dello spazio e del tempo e di tutti gli illuminati e le illuminate della storia poiché il logos e le strutture analitico cognitive non bastano a tradurre l’esperienza dei 4 hz e difatti si sono utilizzate parabole e allegorie.

In genere lo stato dei 16 hz è molto lontano dai 4hz e l’opera di traduzione è un’opera sopraffina che accade nella poesia o nelle arti ma è uno stato immaginale e visualizzato che si trova nell’altro emisfero del cervello e ha bisogno di un altro linguaggio, silenzioso e creativo.

 

Iniziamo dunque semplicemente con l’osservare quei giorni in cui sfilacciamo l’etica con il corpo, con la parola e con la mente.

 

Davide Cova

 

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